“L’ozio è nemico dell’anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. ….. Ma se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri padri e gli Apostoli. Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli. …..” (RB XLVIII)

Nella vita monastica, il tempo del lavoro ha una grande importanza: tempo di messa in gioco della propria umanità e delle proprie capacità specifiche, tempo in cui l’energia è messa a servizio della vita, la propria e quella degli altri.
La concezione del lavoro che emerge dalla regola di San Benedetto è molto diversa da quella odierna, nella quale invece rientrano le logiche del profitto e del guadagno. Le suggestioni della Regola, insieme alla tradizione monastica, diventano così occasione per il monaco di riflettere, approfondire e vivere in pienezza un tema così importante per l’esistenza.
Il monachesimo tenta di ripensare il lavoro in una logica libera e liberante, ispirato dalla Regola, la quale a sua volta riflette l’umanizzazione a cui il Vangelo ci chiama; allora, il lavoro sarà vissuto nel massimo della serietà e dell’impegno, senza però lasciarsi schiacciare dalla logica della produttività o del guadagno, dedicando al lavoro stesso un tempo determinato, mentre l’altro si dedica all’ascolto della Parola, alla preghiera, alla fraternità.
L’equilibrio tra i vari componenti dell’esistenza, ciascuno con la sua parte, è ciò che il monaco cerca di perseguire.







I lavori che si fanno attualmente al Monastero di Ruviano sono diversi.
Da quelli più materiali, come la cura del monastero, dentro e fuori, relativa anche agli spazi dedicati e usati per l’accoglienza, alla cura dell’orto, alla raccolta delle olive, alla cucina, alla produzione di marmellate che si usano durante i tempi di accoglienza, a piccoli lavori con il legno e alla creazione di oggetti di varia natura.
Poi ci sono i lavori di tipo organizzativo, come la gestione dell’accoglienza (di cui si occupa sorella Michela) e degli incontri di varia tipologia (musicale, religioso, culturale oltre che biblico e spirituale) che si tengono in monastero.
Fino ad arrivare a lavori più specifici, come la pittura (P. Fabrizio dipinge icone di sua creazione) o la predicazione (P. Fabrizio in particolare è molto impegnato nella preparazione di predicazioni che fa in Monastero o anche fuori, in giro per l’Italia o a volte anche all’estero) o l’insegnamento (P. Gianpiero ha come prima attività lavorativa quella dell’insegnamento, nella facoltà teologica di Capodimonte a Napoli e del lavoro di ricerca, come studioso del medioevo); infine, lavori specifici ma condivisi, come quello del progetto editoriale che si sta avviando (vedi in “Le nostre pubblicazioni”).