La comunità monastica, presente dal 2007 nella diocesi di Alife-Caiazzo e trasferita nella struttura del Monastero di nuova costruzione dal 2011, nasce dalla profonda convinzione che un monastero può avere molto da dire al mondo di oggi, più che con le parole, con la sua vita semplice, fatta di cose essenziali e belle, di relazioni custodite, di ricerca di Dio. Come in tempi critici per la storia del nostro mondo, siamo convinti che anche oggi il monachesimo abbia qualcosa da dire all’uomo e alla storia…
Nel disorientamento generale di tanti, nella fatica delle relazioni e delle scelte che l’uomo contemporaneo non sempre sa assumersi, nella debolezza di valori e punti fermi, un monastero vuole essere un luogo in cui si fa la fatica di essere pienamente uomini, come Gesù è stato e ci ha insegnato, un luogo che custodisca – nel suo piccolo e a suo modo – tutta la bellezza che l’uomo sa essere, attraverso le lotte e le scoperte faticose di sé e del mondo che lo hanno condotto ad essere ciò che è oggi.
Come avviene tutto questo? Avviene attraverso una vita semplice, in cui i monaci cercano l’essenziale, vivendo in sobrietà e nella bellezza, coltivandola nei luoghi e nei momenti di vita… una vita che si alimenta della preghiera, dunque della relazione con Dio, e in cui tutto è riportato alla preghiera; una vita fatta di incontri, con tutti quelli che bussano alla porta del monastero e che condividono con i monaci tratti di strada. La lotta per cercare l’uomo, quello vero, per custodire e coltivare la bellezza dell’umano, non la fanno i monaci da soli ma la fanno insieme a tutti quelli che cercano un aiuto o lo portano, materiale e spirituale, insieme a tutti quelli che si interrogano con loro e come loro, insieme a tutti quelli che, come loro, cercano la felicità.