Grazia e coraggio
Nello scorso week-end il Monastero di Ruviano ha ospitato le tre segreterie dell’Associazione l’Esperienza, che annualmente si incontrano al Monastero, in un appuntamento divenuto essenziale.
Ogni comunità afferente all’Associazione, presente nelle diocesi di Roma, Napoli e Teggiano-Policastro, esprime una segreteria – un gruppo di fratelli eletti tra gli associati – che avrà cura di custodire e guidare la comunità intera, curando prima di tutto la fraternità. Da alcuni anni si è compreso che l’incontro stabile tra le tre realtà consente di crescere insieme in maniera più proficua e di ascoltare ciò che lo Spirito suscita all’Associazione intera. Anche quest’anno, i due giorni trascorsi insieme (dalla sera di venerdì 21 al pranzo di Domenica 23) sono stati ricchi di stimoli reciproci e di fraternità. L’intento primo di queste occasioni, infatti, non è solo quello del confronto e dell’individuazione di orientamenti comuni sui quali camminare nell’anno, ma soprattutto quello di coltivare la comunione e la fraternità, pregando insieme e condividendo i pasti, nella gioia.
Quest’anno la provocazione/meditazione iniziale con la quale si sono aperti i lavori, tenuta da P. Fabrizio, verteva su una domanda:”Quanto le vite di ciascuno oggi sono radicate nell’Evangelo, così da lasciare veramente spazio al venire della Quarta Ipotesi“? Ritornando, infatti, sul tema della Condivisione dello scorso Settembre – ritiro annuale di tutti coloro che, associati e non, sono legati all’Esperienza -, durante la quale si è lavorato sul testo di M. Bellet “La quarta ipotesi“, p. Fabrizio ha richiamato alla mente le riflessioni sulla situazione attuale del cristianesimo, sui cambiamenti che stanno avvenendo e sulle possibilità che potrebbero porsi in essere: il cristianesimo scompare (prima ipotesi), il cristianesimo si diluisce lasciando un eco nei valori che animano l’uomo (seconda ipotesi), il cristianesimo si adatta al mondo, riducendo la sua carica profetica per restare in piedi (terza ipotesi), il cristianesimo rinasce da piccoli numeri, da piccole comunità che scelgono veramente il Vangelo, con tutta la sua forza in quanto a radicalità e profezia (quarta ipotesi). La domanda del priore, allora, stimolava ciascuno a rileggere la propria vita e la comune esperienza ecclesiale alla luce dell’unica possibilità veramente feconda e augurabile, quella della quarta ipotesi.
Puntare sulle relazioni fraterne, sulla costruzione di comunità che, con tutti i loro limiti, cerchino Dio e la Sua volontà, amandosi e camminando insieme, è da sempre quello che l’Associazione ha compreso di dover vivere quale chiamata da parte del Signore. Le consegne fraterne, personali e comunitarie, dei vari segretari, le “coccole” – culinarie e non solo – da parte dei fratelli che hanno curato il servizio, il dolce profumo di una casa comune, quella del Monastero, in cui insieme ci si può sentire accolti, custoditi e accompagnati, sono stati il filo rosso di questi giorni; giorni di grandi sogni di Evangelo, ma anche di grande desiderio di concretizzazioni, di scelte, di vite sempre più disposte a lasciare il superfluo, per costruire insieme il Regno. Oggi l’Associazione sente che sta avvenendo, al suo interno, una sorta di passaggio all’età adulta: dai grandi sogni alla concretizzazione… Solo una preghiera assidua di ciascuno e l’opera della Grazia, che è la sola a poter sostenere il coraggio pure necessario, potranno dare sempre più carne e vita ai sogni che Dio ha messo nel cuore di questa storia. E’ ormai tempo di rinunciare al timore dell’inaudito e della novità – si sono detti i segretari, insieme ai monaci e ai sacerdoti -, quel “novum” che lo Spirito porta per condurre ciascuno a quella pienezza di umanità, che è liberazione dalle catene che imprigionano… e sarà solo Dio ad “aggiungere” (cf. At 2,47) e far crescere la vita, dentro e fuori…
Nell’Eucarestia conclusiva i fratelli hanno riconsegnato a Dio le parole comprese e ascoltate, chiedendo a Lui “coraggio e grazia” per portare a compimento ciò che ha iniziato in loro. Hanno reso lode, così – ancora una volta – per il dono della Chiesa e della fraternità, luogo dentro al quale può lievitare il seme del Regno che ciascuno porta in virtù del Battesimo.