Il vegliare nella notte ha sempre avuto nella vita monastica un grande spazio e un grande significato. Il vegliare dei monaci è un segno umilmente profetico dell’atteggiamento che tutta la Chiesa non può non avere: l’attesa del Veniente. Il vegliare è segno ed esercizio di tale attesa. Il vegliare nella notte è dare spazio all’operare di Dio che agisce quando noi non possiamo agire.
Per gli antichi, infatti, la notte era il tempo in cui tutti gli uomini dovevano deporre le loro potenze e cessare dal lavoro; celebrare gli eventi della slvezza nella notte significava affermare che la salvezza non ce la possiamo dare da soli ma è solo Dio che la compie lì dove noi non possiamo!
Già Israele celebrava e celebra la Pasqua nella veglia del Seder di Pesach facendo memoria del vegliare di Dio in quella notte di liberazione. Un vegliare di Dio che rese possibile l’impossibile.
Per questo motivo anche la Chiesa celebra nella notte, nella veglia, la Risurrezione del Signore nella grande Veglia Pasquale, madre di tutte le veglie; celebra la Pentecoste nella notte, celebra il Natale del Signore nella notte.
La nostra comunità monastica, oltre a celebrare naturalmente queste Veglie con tutto il popolo di Dio, sceglie dei giorni in Avvento e Quaresima per vivere ore di veglia nella notte come luogo di intercessione, di attesa, di lode, di ascolto prolungato della parola contenuta nelle Scritture.